Eppure lì ha creato alcune delle sue opere più belle Maccari, giornalista, disegnatore, pittore. Uomo passato dalla fede fascista alla resistenza, si unì alla lotta partigiana sulle Apuane. La sua abitazione, costruita nel 1938, era quasi una casa colonica, un grande edificio lineare a due piani, immerso nella pineta di Cinquale.
A poco più di un chilometro da casa Maccari, lungo via Verdi, incontriamo La Pergola che oggi è una residenza turistico alberghiera, nuova di zecca. Lì ai tempi di Maccari c’era un’osteria, da Catè. Solo più tardi la figlia della proprietaria ne avrebbe fatto un albergo. E alla tavola della Catè hanno mangiato intellettuali come Calamandrei, Calvino, Carrà.
Di quella memoria non c’è più traccia, se non nei ricordi del figlio di Maccari che non dimentica i giri in bicicletta con il padre tra le strade sterrate di Poveromo e i pranzi da Catè. Alla Pergola hanno mangiato anche Pannunzio, Guttuso, Ungaretti e Bobbio. In molti disegni e vignette di Mino Maccari compare il nome della Pergola. Eppure c’è da scommettere che chi trascorre le vacanze nella residenza turistico alberghiera che lì è sorta, non sa nulla di ciò che quel luogo ha rappresentato: un vero simposio per gli intellettuali prima e dopo la guerra.